E allora adesso

E allora adesso, come un po’ di giorni fa, non mi resta che scrivere. Di quello che sta attorno, devo dire, non me ne frega mica tanto.

Se basta

E allora adesso, non mi resta che scrivere, un pochino, da qui a fine agosto, dopo vediamo se basta.

D’un bene

Si stava d’un bene, in Svezia. Son tornato stamattina col volo delle 6. Sono 6 ore che mi dico: si stava d’un bene, in Svezia.

C’è da dire #2

C’è da dire che stasera si va a mangiare da Eataly, io e la Vanessa, si mangia bene lì, dopo poi domani è venerdì, poi c’è sabato e si va in Svezia, noi due. C’è da dire che si sta bene, anche se si sta male, dei momenti, con questo caldo.

Oggi

E oggi? Si chiederà qualcuno. C’è un sacco di gente che non ha niente da dire. Anch’io, oggi.

Due per uno

Son andato alla Lloyd, per una crema solare 30, della Bionike, la volevo. La prendo, vado in cassa: «C’è il due per uno, ne paghi una e ne prendi due» mi ha detto la cassiera. «Ma cosa me ne faccio di due» ho risposto. «Una la tieni per il prossimo anno» ha detto lei. Mentre pagavo ho pensato: chissà dove sarò, io, il prossimo anno.

Riuscito

Son riuscito a togliere le presentazioni vecchie dal menù a destra, per chi visualizza dal computer (dal telefono mi sa che non si vedevano). Non me l’aspettavo, invece era facile, ci son riuscito subito. Fosse così sempre.

Meglio gli altri

Ci son dei giorni, oggi, tipo, che vedo uno, per strada, camminar convinto, sentirsi bello dentro una camicia a fiori, penso: cretino. Poi vedo un altro, camminar coi piedi dentro le espadrillas, bianche e nere a righe: cretino. Poi mi vedo a me, specchiato contro una vetrina, su via Ugo Bassi, nel centro di Bologna, mi dico: va’ là, meglio gli altri.