Che bel donnino!

“Che bel donnino!” disse aprendo la tabacchiera e annusando il tabacco. “Però, in sostanza, cosa c’è di bello in lei? C’è di bello il fatto che lei, com’è evidente, è appena uscita da un qualche pensionato, o istituto, che in lei, come si dice, non c’è niente ancora di donnesco, cioè proprio di quello che in loro è più spiacevole. Lei adesso è come un bambino, tutto in lei è semplice, dice quello che pensa, si mette a ridere se le viene da ridere. Di lei si può far qualsiasi cosa, può diventare una meraviglia, e può saltar fuori una schifezza, e salterà fuori una schifezza! Aspetta solo che di lei si prendan cura adesso le mammine e le ziette. Tempo un anno, la riempiono talmente di donnesco, che non la riconosce neanche il suo padre naturale. Da qualche parte salteran fuori un po’ di pompa, un po’ di cerimonia, comincerà a muoversi secondo regole imparate a memoria, comincerà a rompersi la testa e a scervellarsi, con chi, e come, e quanto si deve parlare, come guardare chi, avrà continuamente paura di non dire più quel che si deve, si imbroglierà alla fine da sola e finirà che si metterà a mentire e mentirà per tutta la vita, e ne verrà fuori il diavolo sa cosa.”

da Anime morte
di Nikolaj Gogol’
(Feltrinelli, 2009)