I miei cioccolatini

Perché tengo da conto, io, è questo che lei diceva il vuoto, che io sento il vuoto, non butto via niente, tengo da conto tutto, ma non è una passione, non è che sia tirato, che sia uno spilorcio, non è micragna, sì, delle volte dico: questo può venir buono, quest’altro può venir buono, ma non è per questo, io, è un istinto, di tenere da conto, mi ricordo da bambino che mia zia quando ci veniva a trovare mi portava due tre cioccolatini, e io non li mangiavo subito, dicevo: li mangio dopo, e li portavo nella mia camera, in un cassetto del credenzino, e ne avevo accumulati, tanti di quei cioccolatini, dicevo li mangio quando ne ho proprio voglia, che se aspetti, hai sempre più voglia e più hai voglia più è buona la roba, e io aspettavo, che mi venisse sempre più voglia, e la voglia non ne avevo mai abbastanza, no, voglio aspettare un altro po’, domani, dopodomani, fra una settimana, ed è successo che i cioccolatini, la cioccolata col tempo si guasta, non tiene botta, fa quella brina, e poi è muffa, si deteriora, non la mangi più, diventa come della sabbia, niente, è cattiva, e i miei cioccolatini…

 

da La fondazione
di Raffaello Baldini
(Einaudi, 2017)